[an error occurred while processing this directive]

Le scalette 2012

Scaletta di lunedì 9 gennaio 2012

MOBY SI FA IN DUE

    » Segnala ad un amico

    Dave Matthews Band "Space Between"Jimmy Page
    Joe Strummer "Arms Aloft"
    David Bowie "Loving The Alien"
    Tv On The Radio "Second Song"
    Jerry Lee Lewis "Great Balls Of Fire"
    Jerry Lee Lewis & Jimmy Page "Rock'n'Roll"
    Paolo Nutini "One World"
    Beth Orton "Go Down Easy"
    Dente "Saldati"
    Led Zeppelin "Whole Lotta Love"
    Them Crooked Vultures "No One Loves Me Neither Do I" 
    Flaming Lips "Do You Realize?"
    Other Lives "For 12"
    Paolo Benvegnu' "Andromeda Maria"
    Cocteau Twins "Pandora"
    Jonathan Wilson "Ballad Of The Pines"

            

    MOBY DISK

               

    First Aid Kit "King Of The World"

     

     

     

    Guarda la puntata su Youtube

     

            

    FIRST AID KIT
    The Lion's Roar

    È facile inciampare nei cliché che introducono "The Lion's Roar": un duo di giovanissime sorelle svedesi, famose per la loro cover di "Tiger Mountain Peasant Song" dei Fleet Foxes almeno quanto per il loro disco d'esordio, "The Big Black And The Blue", una cartella stampa che gronda di endorsement importanti (di Jack White, uno non proprio parco al riguardo, e di Patti Smith, che ha pianto, a quanto pare, dopo aver sentito la loro versione di "Dancing Barefoot") e di collaborazioni già avviate coi miti d'infanzia, in particolare Conor Oberst, il quale presta il proprio deus ex machina, Mike Mogis, alla produzione di questo "The Lion's Roar".
    Tutti pregiudizi, che quest'ultimo sa scrollarsi di dosso senza grandi indugi. Arriva una canzone come "Emmylou", che mostra ed esemplifica la poetica del duo, devota a un passato mitico, quello di Gram (Parsons), di Emmylou (Harris), di Johnny (Cash) e June (Carter Cash), e con essa rivive, in una riproduzione sfocata dai ricordi d'infanzia - nei quali la madre spiegava al femminismo alle due, appena in età scolare - un periodo di grandi rivolgimenti o, perlomeno, un periodo in cui questi sembravano possibili. (...)

    Le buone doti vocali di Johanna e Klara Söderberg illuminano il passo della lieve festosità di "King Of The World", numero che ricorda gli Okkervil River più disimpegnati (o il Beirut più americano) e che ospita il contributo vocale di Oberst; gli stessi citati tornano nella marcia elegantemente scolpita su un motivo di flauto della title track. Scelte d'arrangiamento che, giustamente, sono frutto della produzione più ambiziosa e concertata di questo disco, ma che non nascondono certo la sostanza assai limpida del songwriting della coppia: lineare e pulito, onestamente "dichiarato" in ogni traccia, ma mai affondato in sterili riproposizioni.
    Anzi, è pieno e brillante lo spirito giovanile, alla Leisure Society, di pezzi come "Blue", inusuale escursione pop per un disco che solo apparentemente può sembrare dimessamente tributario di un tempo, vero o immaginario. Lo dimostra anche il maturo gusto melodico dell'ottima ballata "To A Poet", dai toni ancora quasi cameristici, con i suoi inserti di archi e fiati.

    Ciò che convince pienamente delle First Aid Kit e del loro "The Lion's Roar" è anche la personalità che mostrano nel misurarsi con costruzioni più classicamente alla Neil Young, come il brano migliore del disco, "In The Hearts Of Men", in cui le sorelle Söderberg manovrano il canovaccio con pieno senso lirico - stupendo il cambio in coda alla canzone, con il flauto a contemplare il tutto.
    Ma tutto "The Lion's Roar" si rivela un'opera di grande gusto: impossibile non citare il delicato, struggente trasporto di "I Found A Way". Un album insomma che si intrufola gentilmente e, prima che si immagini, si scopre non più dispensabile, come un amico che sai leggere come un libro aperto, e viceversa.

     

    (Fonte www.ondarock.it)

    [an error occurred while processing this directive]