Il Teatro Degli Orrori "Dimmi Addio" (Live)
Il Teatro Degli Orrori "Skopje" (Live)
Manu Chao "Mentira"
Alt-J "Tessellate"
Vadoinmessico "Curling Up Your Spine"
Vampire Weekend "Holiday"
Il Teatro Degli Orrori "Direzioni Diverse" (Live)
The Ting Tings "Be The One"
Cocteau Twins "Lorelei"
Sharon Van Etten "Give Out"
Il Paese Delle Banane Suonanti
Tax Free "turn The Music Up"
I Giardini Di Mirò "Spurious Love"
Marylin Manson "Sweet Dreams"
Il Teatro Degli Orrori "Monica" (Live)
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Esclusiva di cinque brani live
de "Il Teatro degli Orrori"
commentati da Pierpaolo Capovilla
a Moby Dick
Mercoledì 30 maggio ore 21.30
Radio2
Moby Dick, la balena musicale di Radio2 condotta da Silvia Boschero, alla vigilia del tour estivo de Il Teatro degli Orrori, trasmette mercoledì 30 maggio in esclusiva cinque brani live registrati per noi dalla band di Pierpaolo Capovilla (che li commenterà in collegamento telefonico). Moby Dick è il partner ufficiale del tour estivo de Il Teatro degli Orrori.
I 5 brani sono stati registrati nell'ambito del progetto Rolling Stone Live @ SAE Institute. Tre di questi sono stati ripresi e diventeranno tre video che si potranno vedere on line. Il tour comincia il 2 giugno a Camerota (Sa) per proseguire: il 9 a Prato, il 16 a Padova, il 21 a Segrate, il 22 a Cuneo, il 24 a Roma, e via via per tutto luglio, agosto e settembre (compreso il 10 agosto allo Sziget Festival di Budapest).
Pierpaolo Capovilla è il cantante e leader de Il Teatro degli Orrori. Nel 1996 ha fondato con Massimo Sartor il gruppo noise rock One Dimensional Man e dieci anni dopo, con Giulio Favero, Il Teatro degli Orrori, dove canta in italiano. Nel 2011 Capovilla compie un tour teatrale dove legge testi del poeta russo Vladimir Vladimirovič Majakovskij, ancora con Favero, che cura il sottofondo musicale. Il progetto è un reading musicale in due atti: Eresia socialista e Eresia dell’amore. Nel 2012 accompagna lo scrittore e musicista torinese Matteo De Simone (cantante e bassista dei Nadàr Solo) in un tour di letture tratte dal romanzo di De Simone “Denti guasti”, con l’accompagnamento musicale di Daniele Celona.
IL PAESE DELLE BANANE SUONANTI - 30 MAGGIO 2012
Rubrica di micro-recensioni di band italiane (più o meno) esordienti a cura di Giovanna Branca
BANDA ELASTICA PELLIZZA – OGGI NO (Incipit Records)
Al secondo disco dopo “La parola che consola”, che gli era valso il premio Tenco come miglior gruppo italiano emergente, la Banda Elastica Pellizza con “Oggi No” resta sul genere del folk-rock ballabile ai concerti estivi, e di quando in quando ricorda non poco Vinicio Capossela: chitarre, fiati, marcette, qualche ballata pensosa ma soprattutto ironia come marchio di fabbrica. Degno di nota da questo punto di vista lo sfottò dei complottisti nel pezzo dal titolo, appunto, “Il complottista”: elenco divertente e con derive surreali dei luoghi comuni del complottismo della domenica. “Il petrolio, lo Stato, la mafia, i templari, Gianni & Pinotto”, “Milano 2”, “i rettiliani, gli ebrei, l'amministratore che continua a fare il furbo”.
MARIA ANTONIETTA – MARIA ANTONIETTA (Picicca Dischi)
La musica di Maria Antonietta unisce sonorità grunge italiane di fine '90 che strizzano l’occhio ai Verdena e a gli Afterhours a un’estetica post-punk di fine millennio. Le ritmiche aggressive rischiano di diventare un po’ noiose alla lunga e i pezzi si sviluppano su una trama che difficilmente si discosta da quella dei primi accordi. Non convince neanche il timbro vocale alla Amy Winehouse (frainteso ormai da tempo per pietra filosofale che trasforma in oro tutto ciò che tocca, vedere pseudo cloni come Giusy Ferreri), declinato in maniera abbastanza irritante, né le liriche da teenager punk che soffre per amore o la vaga fascinazione per le martiri quali Giovanna D'Arco e Santa Caterina.
TINDARA – QUANDO PARLO URLO (Valery Records)
Prodotti tra gli altri anche da Luca Bergia dei Marlene Kuntz – di cui si sente l'influenza – gli (esordienti?) Tindara realizzano un disco rock che sembra ispirarsi agli One Dimensional Man e ai Queen of the Stone Age, ma disseminato qua e là dagli echi di quel nu-metal melodico dei primi anni duemila ormai aborrito da tutti, ma pur sempre scheletro nell'armadio di più di un ex-adolescente. I punti di partenza sono quelli classici del rock alternativo italiano, ma sarebbe lecito aspettarsi una svolta più personale e matura.
VERONICA MARCHI – LA GUARIGIONE
La Guarigione è il terzo album di Veronica Marchi, dopo l'esordio auto-titolato del 2005 (targa Tenco come miglior opera prima) e L'acqua del mare non si può bere del 2008. Attiva anche su altri versanti – la radio, il teatro, la scrittura di racconti – la Marchi ha un'impostazione cantautoriale con preferenza per le classiche ballate un po' lagnose, che stentano a coinvolgere, ad eccezione della gradevole “Solo un incubo”, scandita da un piano almeno un po' animato.
GATTAMOLESTA – VECCHIO MONDO (Felmay records)
I Gattamolesta (creatura di Andrea Gatta, Gigi Fiocco, Nicolò Fiori e Jader Nonni) si pongono sulla vivissima tradizione bandistica italiana (prevalentemente del Sud), tutta trombe, tromboni, ritmi serrati e così via, senza privarsi di qualche accenno alla tradizione tzigana. Conformemente i testi spaziano dallo spensierato di canzoni come Cinghiale matto ad una vocazione più da cantastorie e di critica sociale che però incorre, in una canzone come L'uomo travolto, nelle parole d'ordine di un certo antipolitichese francamente un po' trito e superficiale.
11/8 RECORDS - AAVV (11/8 Records)
La 11/8 Records, prima etichetta indipendente salentina, raccoglie un gran numero di artisti sotto la direzione artistica del musicista Cesare Dell'Anna. Il disco da loro prodotto rispecchia la vocazione della 11/8 di porsi al crocevia di esperienze musicali diverse e provenienti da diverse parti del mondo oltre l'Italia, o con le loro parole “delle diverse etnie che si affacciano sul Mediterraneo”. Così i lavori dei diversi gruppi e personalità che confluiscono sul disco (Opa Cupa, Zina, Tarantavirus, Tax Free e molti altri) rispecchiano una serie di influenze eclettiche che vanno dall'apertura strumentale, “Karavia”, in pieno stile delle bande tzigane alla Goran Bregovic con divagazioni Jazz, a pezzi con influssi elettronici, ancora jazz ed “arabeggianti”. I testi stessi sono luogo d'incontro di lingue diverse, dal dialetto pugliese all'arabo, passando per l'inglese. Esperimento riuscito, anche se con ovvi alti e bassi.
EVA – DURAMADRE (Halidon Records)
Duramadre è il disco che inaugura la carriera solista di Eva Poles, ovvero la cantante dei Prozac +, ovvero colonna sonora perenne della fine degli anni Novanta. Il suo gruppo d'origine non manca di essere evocato (“Il giocatore” ad esempio), ma complessivamente l'impianto è molto meno punk e più “melodico”, ad eccezione della pseudo-rockabilly (e unica canzone in inglese) “Chainless”. Ma purtroppo Duramadre ricorda anche quel gotico da pre-adolescenti che guardano Twilight, in stile Evanescence per essere chiari, gruppo che suscita imbarazzo anche solo per il fatto di conoscerlo.
S.M.S. - DA QUI A DOMANI (Black Fading Record)
Gli S.M.S. si compongono della poetessa Monica Matticoli e dei musicisti Cristiano Santini, Miro Sassolini (fondatore degli storici Diaframma) e Federico Bologna. Il loro progetto poetico/musicale punta a dar vita a “un racconto in versi concepito non per la musica ma in musica”. L'accompagnamento musicale elettronico scandisce quindi le parti vocali sia cantate che recitate. In alcuni momenti l'atmosfera così creata è abbastanza coinvolgente, specie nell'omaggio a Battiato, “In Quiete”, che evoca sia la voce del cantautore che la sua canzone “Gli uccelli”. Ma per lo più si è sopraffatti dalla pretenziosità del tutto, che ricorda per l'appunto le divagazioni para-filosofiche “battiatesche” ma senza esserlo. Sono purtroppo in pochi ad essere in diritto di prendersi così sul serio senza risultare noiosi.
SABBA & GLI INCENSURABILI – NESSUNO SI SENTA OFFESO (Bulbartworks)
Mirano a creare un caleidoscopio di “tipi urbani” in chiave rock i Sabba & Gli incensurabili (Salvatore Lampitelli, Alessandro Mormile, Luca Costanzo, Alessandro Grossi e Francesco Del Prete), nel loro disco d'esordio “Nessuno si senta offeso”. Dal classico trentenne disorientato della canzone d'apertura (“L'emarginato”) al panettiere; dagli aspiranti famosi ai cornuti e i qualunquisti da baretto. Rock, ma anche memore di Elio e le storie tese nell'approccio satirico ai testi e ispirato da cantautori come Paolo Conte: l'ultimo pezzo è una versione cupa e quasi irriconoscibile di “Vieni via con me”, accompagnata da parti di flauto alla Jethro Tull. Simpatici, ma è anche forte l'impressione di già sentito.
TARICK1 – HAIL TO THE KITCHEN (The Prisoner Records)
Le prime tracce di “Hail to the Kitchen!” dei Tarick1 – se si sorvola sull'orribile nome del gruppo – sono una godibile e ironica manifestazione dell'elettronica/dance made in Italy, deliberatamente e orgogliosamente pacchiane, patchwork di riferimenti alti e bassi, orecchiabili e divertenti. A metà disco però si scivola nel truzzo spinto di “Il pasto di Varsavia” (rivisitazione della Fiera dell'Est in cui invece che topolini si comprano sound system), che nonostante l'intento ironico filo-trash non diventa elaborato citazionismo basso postmoderno, ma resta una truzzata. E soprattutto lascia non poco perplessi per l'accostamento con la successiva “Freedom”, rivisitazione della nota canzone di Aretha Franklin (“Think”) e dello spiritual afroamericano “Sometimes I Feel Like a Motherless Child”, che viste il contesto forse andavano lasciate in pace.
THE REGAL – THE REGAL (The Regal – A Buzz Supreme)
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Il Paese delle Banane Volanti - Moby Dick
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